Quando i nostri bambini non ringraziano ci viene subito da pensare che siano egoisti o maleducati e sentiamo il bisogno immediato di ricordare loro le buone maniere.
Dimostrare gratitudine è importante non solo come gesto di gentilezza verso il prossimo, ma perché ha una serie di effetti positivi
sia a livello personale che relazionale.
E se è vero che ci sono bambine e bambini più naturalmente inclini a provare e dimostrare gratitudine (ad esempio quelli con un carattere più aperto, un’attitudine più ottimista e una maggiore empatia), è altrettanto vero che questa capacità dipende da numerosi fattori (come l’educazione, l’ambiente familiare, le esperienze, la cultura e il contesto sociale) e che può essere coltivata e allenata.
Qualche giorno fa ho sentito la psicologa Aliza Pressman dire
“the difference between privilege and entitlement is gratitude”
Provo a tradurla, ma non viene così bene in italiano: la differenza tra privilegio e pretesa* è la gratitudine.
*Entitlement in realtà è una parola che fatico a tradurre: significa sentire di avere diritto a un certo trattamento, darlo per scontato e arrivare a pretenderlo.
Si può vivere in una condizione privilegiata (qualunque essa sia), senza diventare arroganti, solo se si è capaci di provare gratitudine.
Quando ho sentito questa frase mi è sembrata importante e mi ha dato l’idea per questa newsletter.
Indice
Cos’è la gratitudine?
Perché coltivare la gratitudine è importante?
Lo sviluppo della gratitudine nei bambini
Parent coaching: prossimi appuntamenti
La gratitudine si può insegnare?
Un ultimo appunto per i genitori
Altre segnalazioni
Cos’è la gratitudine?
L’ho chiesto a voi che mi seguite anche su instagram, e come sempre mi avete risposto con generosità:
“Lo stato in cui capisco le cose belle che ho”
“Una dimostrazione di affetto”
“Renderci conto di tutto il bene che abbiamo, nonostante il male”
“Reciprocità”
“Riconoscere gli sforzi che altri hanno fatto per me”
“Riconoscere di essere "fortunato" e amato”
“Non dare per scontati i gesti altrui”
“Saper vedere i nostri privilegi”
“Apprezzare le piccole e grandi cose della vita”
“Gioire di ciò che si ha”
Giusy mi ha scritto “È avere la consapevolezza di ciò che si ha e si è”. Francesca mi ha mandato un messaggio dicendo “Credo che essere grati significhi essere consapevoli.”
La definizione di gratitudine sul dizionario è molto bella:
“Sentimento e disposizione d’animo che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene, ricordo del beneficio ricevuto e desiderio di poterlo ricambiare”
però non esplicita la componente della consapevolezza, che secondo me, e come avete osservato anche voi, è fondamentale. Per provare gratitudine dobbiamo essere consapevoli di tantissime cose: del valore che il tempo ha nella vita di ogni persona, della velocità con cui la vita può cambiare, della fatica che ci vuole a fare azioni anche apparentemente semplici, del fatto che la quotidianità di ognuno è estremamente complicata, del costo della vita, del valore delle relazioni, dell’impatto che i nostri feedback possono avere sugli altri, della nostra condizione, della condizione altrui… E tutte queste cose non sono innate nei bambini, sono da imparare, una per una, con il tempo, la crescita e l’esperienza.
Perché coltivare la gratitudine è importante?
Prima di condividere cosa ci dicono studi e ricerche, parto nuovamente dal vostro intuito e dalla vostra sensibilità. Quando ho chiesto perché per voi sia importante che i bambini imparino a provare e manifestare gratitudine mi avete risposto che riuscire a sentirsi grati:
ci rende più felici
ci insegna a non dare nulla per scontato
ci abitua a gioire delle piccole cose
ci incoraggia a restare umili e gentili
ci porta a essere più empatici e dare maggiore valore alle relazioni
La ricerca vi da ragione. Ci sono tantissimi studi correlazionali che concludono che la capacità di provare ed esprimere gratitudine è associata ad una serie di benefici psicologici, sociali e persino fisici!
Innanzitutto, esiste una correlazione tra gratitudine e una maggiore soddisfazione per la propria vita, una forte autostima, una presenza dominante di “emozioni positive” e un minore livello di stress. Insegnare ai bambini a essere grati può quindi rivelarsi uno dei modi in cui possiamo contribuire a una crescita più serena e felice.
Gli effetti prosociali della gratitudine sono ampiamente documentati nella letteratura psicologica. Riassumendo molto possiamo dire che la gratitudine favorisce comportamenti altruistici, empatici e cooperativi che portano a costruire legami più solidi, reciproci, soddisfacenti e duraturi.
Sara mi ha scritto su instagram: “La gratitudine implica la relazione con qualcuno. L'altro è un valore aggiunto”. Ecco, vedere l’altro in questo modo favorisce la creazione di contesti collaborativi in cui le risorse individuali sono valorizzate. Coltivare la gratitudine nei bambini può avere un impatto significativo sul loro sviluppo sociale, insegnando loro l'importanza della reciprocità, del rispetto e del contributo positivo alla comunità.
Infine, e forse è il punto più sorprendente, la pratica della gratitudine è associata a una migliore qualità del sonno, a una minore pressione sanguigna, a una maggiore energia e a una maggiore longevità.
Se vuoi approfondire le fonti, puoi leggere qui, qui, qui e qui.
Una questione di prospettiva
Mentre scrivevo questa newsletter mi sono imbattuta in una citazione di Adam Grant:
“Disappointment comes from knowing things could be better. Gratitude flows from knowing things could be worse. We don't control events, but we do choose our outlook. Where we focus shapes how we feel.”
“La delusione nasce dal sapere che le cose potrebbero essere migliori. La gratitudine scaturisce dal sapere che le cose potrebbero essere peggiori. Non controlliamo gli eventi, ma scegliamo il nostro punto di vista. Dove poniamo l'attenzione determina come ci sentiamo.”
Quest’ultima parte la sappiamo bene, ma personalmente non l’avevo mai applicata al concetto della gratitudine e forse se me l'avessero chiesto avrei risposto che l’opposto della gratitudine è l’ingratitudine, o il senso di entitlement di cui si parlava prima. Essere “viziati” insomma. Ma forse non avrei saputo dire che il motivo ha a che fare con la delusione. Chi non manifesta gratitudine non solo dà per scontato ciò che ha, ma è anche molto spesso deluso da ciò che riceve o succede. Perché? Perché si aspetta qualcosa di diverso (e nella sua mente di “migliore”). Questo con i bambini succede spessissimo e ci riporta al sempre attuale discorso sulle aspettative.
I bambini delusi (e quindi apparentemente ingrati) sono spesso bambini che si aspettavano qualcosa di diverso. Il lavoro di ogni genitore è capire come mai e aiutare i bambini a formulare aspettative più realistiche.
Lo sviluppo della gratitudine nei bambini
Se esaminiamo le più influenti teorie sullo sviluppo (Piaget, Kohlberg, Erikson) attraverso questa prospettiva, notiamo che le condizioni necessarie per lo sviluppo della gratitudine, intesa come la capacità di riconoscere un beneficio ricevuto e sentire il desiderio di ricambiare, iniziano a emergere intorno ai 5-7 anni di età.
Questo processo richiede non solo la comprensione dell’intenzionalità altrui, ossia la consapevolezza che un gesto è stato compiuto intenzionalmente per il proprio beneficio, ma anche l’acquisizione del concetto di reciprocità, che implica il desiderio di gratificare lo sforzo compiuto e/o di restituire il gesto in modo da produrre un beneficio simile.
Questo non significa che prima dei 5-7 anni i bambini non possano provare gratitudine, nel senso di apprezzare ciò che stanno facendo nel momento presente, oppure ricambiare un gesto gentile, ma in questa fase, sarà molto probabilmente un processo più istintivo ed emotivo che consapevole e intenzionale.
Prossimi appuntamenti
Qui sotto rispondo alla domanda: la gratitudine si può insegnare? Adesso mi prendo due righe per dirti che se vuoi intraprendere un percorso di parent coaching con me nel 2025, puoi scrivermi una mail a elisa@ilgenitoreconsapevole.it e fissiamo una chiamata conoscitiva gratuita.
Oltre ai percorsi individuali e in coppia, a gennaio puoi partecipare anche al percorso in gruppo sulle crisi dei bambini e la rabbia degli adulti. 4 incontri per lavorare insieme su come disinnescare i circoli virtuosi che alzano il livello di tensione e stress (e anche il tono della voce!) Informazioni ed iscrizioni qui.
La gratitudine si può insegnare?
Certo! Come abbiamo appena visto, bisogna essere realistici rispetto ai tempi e ai modi, ma possiamo assolutamente darci degli obiettivi come genitori in tal senso.
L’esempio. Non lo avresti mai detto vero? Scherzo, ormai lo sappiamo a memoria ma non possiamo comunque tralasciarlo: si insegna molto più con l’esempio che con le parole, quindi anche in fatto di gratitudine, quello che facciamo ha un impatto molto maggiore rispetto a quello che predichiamo o chiediamo. Assicurati quindi che nel tuo linguaggio e nei tuoi gesti ci sia spazio per espressioni sincere di gratitudine verso le persone con cui interagisci quotidianamente. Fermati inoltre ogni tanto ad apprezzare ciò che hai e a manifestare gratitudine e gioia per la tua situazione, anche quando non sta accadendo nulla di straordinario.
Buone abitudini. Crea dei momenti dedicati ad apprezzamento e gratitudine. Puoi addirittura inserirle nella routine giornaliera o settimanale: per esempio ogni sera (o ogni domenica sera) potreste dire a turno qualcosa che avete particolarmente apprezzato quel giorno o scrivere un piccolo ringraziamento per qualcuno. Questo può essere un buon momento per mostrare che la gratitudine non si esprime solo verso le cose materiali e concrete, ma anche verso il fatto di avere ricevere amore, avere dei buoni amici o aver incontrato quel giorno una persona particolarmente gentile.
Ogni tanto, lascia entrare la delusione. Adam Grant diceva che la gratitudine nasce dalla consapevolezza che le cose potrebbero andare peggio. Per riuscire ad apprezzare davvero quello che si ha, a volte è utile averne dovuto fare a meno. Vale per le cose grandi come per quelle piccole: tendiamo ad abituarci e dare per scontata qualsiasi cosa. In quest’epoca in cui la genitorialità è così intensiva e centrale per le nostre vite e si pone così tanta enfasi sulla felicità dei bambini, corriamo il rischio di pensare di non poter mai causare loro un dispiacere. È un errore: le piccole delusioni, tollerabili e superabili, servono a crescere, a sviluppare resilienza e anche a imparare a non dare le cose per scontate.
Faccende e responsabilità. È bene che all’interno della famiglia ognuno, bambini compresi, abbia i propri compiti, anche piccoli. Questo insegna loro che la collaborazione è importante, li aiuta a comprendere meglio l’impegno altrui e mostra loro come ci si senta bene quando il proprio contributo viene valorizzato.
Lezioni di grazia e cortesia. Così le chiamava Maria Montessori e sono un elemento centrale del suo Metodo. Progettate per aiutare i bambini a sviluppare competenze sociali, buone maniere e rispetto reciproco, queste lezioni mirano a insegnare ai bambini come comportarsi in modo educato e consapevole nei vari contesti in cui si trovano a interagire con altre persone. Come esprimere gratitudine può essere oggetto di una “lezione” di grazia e cortesia.
Ti faccio un esempio: si avvicina il Natale e tu vuoi che il tuo bambino o la tua bambina riesca a ringraziare chi gli o le farà un dono. Prenditi qualche ora, crea dei pacchettini finti, introduci la lezione dicendo che adesso imparerete come ringraziare quando si riceve un regalo e fare delle prove.
Allo stesso modo se tua figlia deve andare a casa di un’amico e vuoi assicurarti che sappia ringraziare quando le viene offerto qualcosa da mangiare, rendi questo momento oggetto di una lezione. Troppo spesso diamo per scontato che i bambini sappiano qual è la cosa giusta da fare, ma a volte gli manca esperienza per comprenderlo. E anche quando lo capiscono, gli manca l’abitudine per cui nella foga del momento magari se ne dimenticano.
Pronto intervento. Quando i bambini hanno comportamenti che consideri maleducati, intervieni prontamente e in modo costruttivo. Non lasciare correre atteggiamenti che non ti piacciono o non ritieni tollerabili: è giusto che i genitori rendano chiare le proprie aspettative in termini di comportamenti desiderati, che mettano i bambini nelle condizioni di conoscere e praticare tali comportamenti e che intervengano con calma e coerenza quando non vengono rispettati.
Non tutto, non subito. Insegnare ai bambini che non sempre avranno quello che vogliono e che anche quando possono averlo è spesso necessario aspettare, li aiuta con la formulazione delle aspettative di cui parlavamo sopra. Gestire la frustrazione è difficile per tutti, anche per gli adulti, quindi considera quando e a quanta frustrazione esporre i bambini, ma consenti loro di allenarsi a tollerarla. Nel breve periodo può essere una rottura, ma nel lungo periodo sarà un dono.
Regali e pensieri. Fare un regalo significa provare a immaginare cosa farà gioire un’altra persona. Sotto le feste, coinvolgi i tuoi bambini nell’ideazione e realizzazione di doni e pensieri: aver contribuito li farà sentire gratificati quando vedranno un sorriso o riceveranno un ringraziamento
“Come posso aiutare?” Ecco una frase utile da insegnare ai ragazzi. Invece di aspettarsi che tutti facciano qualcosa per loro, possono abituarsi a chiedersi cosa loro possono fare per gli altri o quale contributo possono portare a una situazione.
Attività creative. Ogni tanto si può dedicare un tempo speciale al lavoro sulla gratitudine.
Ti racconto cosa ho fatto io quest’anno. Oltre al calendario dell’Avvento che ho preparato per mia figlia (7 anni), ne ho appeso uno di quelli con le tasche in camera sua. Vuoto. Accanto ci sono una biro e dei foglietti. L’ho invitata a scrivere ogni sera qualcosa per cui è grata, piegarlo, e metterlo nella tasca del giorno corrispondente. La sua partecipazione è stata entusiasta. Ha iniziato esprimendo gratitudine verso me e il suo papà per piccole cose, verso il mondo per ciò che più ama e poi verso se stessa, per i suoi sforzi e le sue conquiste. Condividerei volentieri alcune foto di ciò che ha scritto (e diventerebbero probabilmente virali perché suscitano il giusto mix di tenerezza e ammirazione!), ma lo trovo una violazione della sua privacy. Queste riflessioni serali sulla gratitudine le stanno facendo capire moltissime cose e se l’idea ti piace e i tuoi bimbi non sono ancora troppo piccoli, ti consiglio di “rubarla” per il prossimo anno!
Un ultimo appunto per genitori
La maggior parte di noi adulti ha sentito, durante la propria infanzia, frasi come “finisci quel piatto, ti rendi conto che ci sono bambini che muoiono di fame?!”. Ci tengo a precisare che insegnare ai bambini ad apprezzare ciò che hanno non vuol dire farli sentire in colpa perché hanno più di altri.
Teniamo separata la gratitudine dal senso di colpa ed eventualmente, riconoscendo che hanno più di quanto abbiano altri bambini, incoraggiamoli ad agire in modo generoso nei confronti di chi ha meno.
Un’ottima abitudine da coltivare potrebbe essere quella di scegliere, nel periodo pre-natalizio, un tot di giochi ancora in buono stato da donare per far spazio a quelli nuovi che arriveranno e contemporaneamente contribuire a regalare un Natale più gioioso anche ad altri bambini.
Altre segnalazioni
Ti segnalo altre cose che ho scritto e che potrebbero interessarti:
Nelle scorse settimane ho chiesto su Instagram se qualche donna fosse disponibile a condividere con me la sua esperienza con un’interruzione volontaria di gravidanza. Ho ricevuto molte più risposte di quante ne aspettassi e dopo averle lette ho scritto un racconto collettivo che puoi trovare qui
È il momento dell’anno in cui è probabile che ti ritrovi a dover affrontare la scelta della scuola per il prossimo anno. Questo articolo potrebbe esserti utile
Natale con bambini piccoli: qualche semplice consiglio per ridurre crisi e tensioni
Babbo Natale sì o no? Lo scorso anno avevo scritto questo
Carlotta Cerri mi ha chiesto di leggere ad alta voce per il suo podcast “Educare con calma” la mia newsletter “Tutta colpa della disciplina positiva?”. Per l’occasione l’ho leggermente ampliata. Se ti interessa la puoi ascoltare su Spotify, Podcast di Apple o direttamente su LaTela
Cara Elisa, quanti ottimi spunti in questa newsletter, grazie ❤️ dolcissima Emma che esprime gratitudine verso sé stessa, mi sono commossa🥹
Ciao Elisa, grazie per questa tua uscita. Anche io, nel mio piccolo, cerco ogni giorno qualche stratagemma per "allenare" la gratitudine nei miei figli, ma spesso cado, anzi cadiamo insieme. Introdurrò con calma e gradualità molti dei tuoi suggerimenti. Grazie.