"Questo è per me un pensiero rivoluzionario perché siamo spesso assorbiti dal tentativo di essere imparziali, eppure se i bambini hanno sistemi di interpretazione diversi, la stessa frase o azione avrà su di loro un effetto diverso."
Da quando ho memoria cerco di spiegare proprio questo alla mia benintenzionata mamma, così simile a mia sorella e così diversa da me, che ci ha cresciute al meglio delle sue capacità e senza una figura paterna sufficientemente presente e affidabile da moderare la situazione sbilanciata. E così siamo sempre state una famiglia di 2+1. Loro + io. In cui io ero il numero primo, la diversa, l'altra. La rarità, l'eccezione alla regola della normalità, in cui la normalità era semplicemente l'arbitraria maggioranza domestica estesa alla popolazione globale. Ci sono quelli come noi, "tutti noi", quelli normali...e poi ci sei tu.
Mi sono resa conto solo negli anni come questa narrativa familiare, questa maggioranza schiacciante, così oppressiva e soffocante anche se insediata senza volontà di ferire, ha influenzato lo sviluppo della mia personalità e della mia vita adulta. Un esempio di self-fulfilling prophecy, per certi versi.
E ora che sono mamma, pronta ad accogliere la mia seconda figlia ne sono ancora più consapevole. Mia mamma e mia sorella spesso mi chiedono "E se le tue figlie non sono come te. E se sono come noi?". La parola "normali" è scritta tra le righe, l'idea che ci sia un loro e un io ha radici profonde. La paura che possa...inquinarle/alterarle/farle diventare strane come me/chissà...anche quella è presente.
Negli anni tramite il contatto con il resto del mondo, l'incontro con l'uomo che ormai da dieci anni mi sta accanto e "mi ama così come sono", mi ha dimostrato più e più volte che non solo "essere come me" non è così tragico...ma che "come me" non esiste come concetto unico, totalitario e irrevocabile.
Difficile spiegare loro che le mie figlie saranno sé stesse. Che farò tutto ciò che sono in grado, sorretta dalla consapevolezza della mia esperienza personale, per far sì che ognuna di loro sia accettata, accolta e apprezzata in qualità di sé stessa. Che cercherò di crescerle armata di curiosità e non di etichettatrice automatica. Che ognuna di loro sarà per me un'anima diversa. Unica. Molteplice. Ricca di sfaccettature e sfumature tutte sue. Né come me, né come loro. Né come l'una o l'altra sorella.
E quando arriverà il/la terzo/a sarà semplicemente una variabile in più. Un'altra anima che avrò il privilegio di crescere e di veder fiorire modo suo, nella sua irripetibilità.
Grazie per questo saggio. Ho letto tante cose che avevo bisogno di leggere tra le tue parole. Per me e per le mie figlie.
Il tuo commento mi ha fatto stringere il cuore e venire voglia di abbracciarti. So che tante persone crescendo si sono sentite come te.
Questa frase è potentissima: "la normalità era semplicemente l'arbitraria maggioranza domestica estesa alla popolazione globale".
Sii orggliosa della tua strada e della tua consapevolezza. Le tue figlie sono fortunate. Sono felice che tu abbia incontrato quell'uomo. Per fortuna il nostro cervello è plastico e anche se certe cose sono impresse in modo profodo e quasi irragiungibili, nulla è immutabile.
Interessantissimo, grazie! Io sono figlio unico e ho un figlio unico quindi ho sempre difficoltà a capire le dinamiche tra fratelli (piccoli o adulti).
"Questo è per me un pensiero rivoluzionario perché siamo spesso assorbiti dal tentativo di essere imparziali, eppure se i bambini hanno sistemi di interpretazione diversi, la stessa frase o azione avrà su di loro un effetto diverso."
Da quando ho memoria cerco di spiegare proprio questo alla mia benintenzionata mamma, così simile a mia sorella e così diversa da me, che ci ha cresciute al meglio delle sue capacità e senza una figura paterna sufficientemente presente e affidabile da moderare la situazione sbilanciata. E così siamo sempre state una famiglia di 2+1. Loro + io. In cui io ero il numero primo, la diversa, l'altra. La rarità, l'eccezione alla regola della normalità, in cui la normalità era semplicemente l'arbitraria maggioranza domestica estesa alla popolazione globale. Ci sono quelli come noi, "tutti noi", quelli normali...e poi ci sei tu.
Mi sono resa conto solo negli anni come questa narrativa familiare, questa maggioranza schiacciante, così oppressiva e soffocante anche se insediata senza volontà di ferire, ha influenzato lo sviluppo della mia personalità e della mia vita adulta. Un esempio di self-fulfilling prophecy, per certi versi.
E ora che sono mamma, pronta ad accogliere la mia seconda figlia ne sono ancora più consapevole. Mia mamma e mia sorella spesso mi chiedono "E se le tue figlie non sono come te. E se sono come noi?". La parola "normali" è scritta tra le righe, l'idea che ci sia un loro e un io ha radici profonde. La paura che possa...inquinarle/alterarle/farle diventare strane come me/chissà...anche quella è presente.
Negli anni tramite il contatto con il resto del mondo, l'incontro con l'uomo che ormai da dieci anni mi sta accanto e "mi ama così come sono", mi ha dimostrato più e più volte che non solo "essere come me" non è così tragico...ma che "come me" non esiste come concetto unico, totalitario e irrevocabile.
Difficile spiegare loro che le mie figlie saranno sé stesse. Che farò tutto ciò che sono in grado, sorretta dalla consapevolezza della mia esperienza personale, per far sì che ognuna di loro sia accettata, accolta e apprezzata in qualità di sé stessa. Che cercherò di crescerle armata di curiosità e non di etichettatrice automatica. Che ognuna di loro sarà per me un'anima diversa. Unica. Molteplice. Ricca di sfaccettature e sfumature tutte sue. Né come me, né come loro. Né come l'una o l'altra sorella.
E quando arriverà il/la terzo/a sarà semplicemente una variabile in più. Un'altra anima che avrò il privilegio di crescere e di veder fiorire modo suo, nella sua irripetibilità.
Grazie per questo saggio. Ho letto tante cose che avevo bisogno di leggere tra le tue parole. Per me e per le mie figlie.
Il tuo commento mi ha fatto stringere il cuore e venire voglia di abbracciarti. So che tante persone crescendo si sono sentite come te.
Questa frase è potentissima: "la normalità era semplicemente l'arbitraria maggioranza domestica estesa alla popolazione globale".
Sii orggliosa della tua strada e della tua consapevolezza. Le tue figlie sono fortunate. Sono felice che tu abbia incontrato quell'uomo. Per fortuna il nostro cervello è plastico e anche se certe cose sono impresse in modo profodo e quasi irragiungibili, nulla è immutabile.
Grazie mille per questo post e per questa risposta con il cuore in mano.
Ti seguo da poco ma con molta gioia e curiosità.
Buona domenica! 🌸
Interessantissimo, grazie! Io sono figlio unico e ho un figlio unico quindi ho sempre difficoltà a capire le dinamiche tra fratelli (piccoli o adulti).
Grazie Pietro. Ragionare sulle famiglie è la mia attività preferita perché volenti o nolenti è qulcosa che ci condiziona tutti.