Non mi sarebbe mai venuto in mente!
Quando la soluzione più adatta non è quella più diffusa: agire controcorrente a volte è la scelta più lungimirante
Mi sono resa conto che durante le sessioni di coaching con i genitori utilizzo piuttosto spesso la parola “controintuitivo”. Questo succede perché essere genitori consapevoli significa mettere in atto comportamenti intenzionali, ovvero:
frutto di una riflessione
orientati a un certo obiettivo
coerenti con un determinato set di valori
Spesso una risposta intenzionale è controintuitiva, nel senso che è diversa o addirittura contraria a quello che ci verrebbe istintivo fare.
Ho pensato di usare proprio il termine “controistintivo”, ma non è necessario: controintuitivo è una parola sufficientemente accurata.
Ci dice che una scelta inaspettata o comunque differente da quella condivisa dalla maggior pare delle persone, può essere ugualmente valida. Anzi, capita piuttosto di frequente che le scelte controintuitive diano risultati sorprendentemente positivi.
Controintuitivo non vuol dire illogico
Dire che qualcosa è controintuitivo non implica che sia illogico, anzi: un concetto controintuitivo può apparire inizialmente contrario all'intuizione comune, ma può avere una logica che, seppur meno evidente, è molto valida.
Per questo non dovremmo screditare a priori concetti nuovi
ma eventualmente approcciarli con una curiosità quasi scientifica.
La maggior parte delle pratiche della genitorialità positiva e rispettosa sono state controintuitive perché controcorrente rispetto a quanto si era “sempre fatto”. Eppure, le recenti scoperte neuroscientifiche, e gli studi psicologici, sociali e comportamentali degli ultimi decenni confermano i maggiori benefici nel lungo periodo di un approccio rispettoso verso uno autoritario.
Qualche esempio
Vediamo insieme un paio di esempi di risposte controintuitive.
Se ti chiedessi: “Qual è la cosa migliore che puoi fare per il tuo cervello?” cosa risponderesti? Forse ti verrebbe da dire “studiare” o “risolvere giochi enigmistici e rompicapi” ma la risposta è: muoverti! Controintuitivo, no? Ne parla Wendy Suzuki in questo TED talk che se hai bisogno di un po' di motivazione per alzarti dalla sedia ti consiglio di ascoltare!
Se sei un imprenditore o un'imprenditrice e immagini il successo, probabilmente pensi a una crescita continua nel tempo, sia in termini di prodotti/servizi offerti che di clienti raggiunti. Invece la scelta migliore potrebbe essere quella di arrivare a una dimensione sufficientemente soddisfacente e poi fermarsi. È la tesi (controintuitiva!) che Paul Jarvis sostiene nel suo saggio “A company of one”, il cui assunto di base è che l'ottimo non coincide con il massimo.
Genitori controcorrente
Nella nostra esperienza di genitori, ci troviamo spesso a fare fatica proprio perché ci comportiamo in modo istintivo (prendendo automaticamente la strada conosciuta) anziché intenzionale (scegliendo invece un approccio controintuitivo ma più efficace).
Quando i bambini si comportano in modo più “antipatico” e ostile nei nostri confronti ci viene da rispondere loro a tono oppure chiuderci in una sorta di “ritiro offeso”. Difficilmente ci viene voglia di giocare con loro, eppure è quasi certamente la cosa più utile che potremmo fare: ristabilire la connessione e modificare il comportamento attraverso il benessere (ne avevo scritto nella newsletter sul gioco!)
Quando i bambini sembrano non ascoltarci ci viene da ripetere ossessivamente le nostre indicazioni o alzare la voce. Difficilmente ci viene da fare un passo (fisico e metaforico) verso di loro e provare ad ascoltarli noi e capire se c'è qualcosa che in quel momento si frappone tra la nostra comunicazione e la loro capacità di recepirla. Eppure sarebbe più proficuo e un esempio molto migliore da dare.
Quando i bambini mostrano paura verso qualcosa ci viene da minimizzare con frasi tipo “ma va non c'è nulla di cui avere paura” oppure “è solo un cucciolo cosa vuoi che ti faccia”. Più difficilmente ci viene da parlare con i bambini delle loro paure, prenderle seriamente e accettarle come parte del processo di crescita. Eppure sarebbe molto più di conforto per i piccoli e verosimilmente anche più di aiuto nel fargliele superare.
Allo stesso modo, ci sono scelte di fondo che sono controintuitive in un approccio rispettoso alla genitorialità, per esempio:
l'indipendenza si incoraggia assecondando l'iniziale bisogno di dipendenza dei bambini affinché si crei l'attaccamento solido che farà da base per le esplorazioni future
per favorire la resilienza dobbiamo permettere ai bambini di affrontare sconfitte e delusioni, non proteggerli da ogni situazione avversa
per insegnare è più utile mostrare e ascoltare che consigliare e predicare
per riuscire a trattare i nostri bambini con rispetto dobbiamo avere rispetto per noi stessi e saper mettere confini a tutela del nostro benessere
Del resto, se ci pensi, l'educazione tradizionale è invece piena di veri e propri controsensi che però chissà perché fatichiamo a mettere in discussione:
Che senso ha pensare che quando vuoi che un bambino si comporti meglio, lo tratti in un modo che lo fa sentire peggio?
Che senso ha pensare che un bambino debba mostrare autocontrollo quando i suoi genitori urlano, minacciano e sbattono le porte?
Che senso ha pensare che un bambino debba saper tollerare la frustrazione quando i suoi genitori per primi non accettano che le cose non vadano come loro hanno previsto?
Parent coaching
Gestire la rabbia e le crisi spesso richiede un approccio controintuitivo. Lo stesso vale quando pensiamo all'autostima e alla capacità di ragionare con la propria testa.
Un percorso di parent coaching non è un corso su come fare i genitori, è un'occasione per una riflessione profonda, per trasformare idee e teorie in scelte concrete e per verificare la coerenza tra i proprio obiettivi e le proprie azioni.
Propongo percorsi di coaching individuali, in coppia o in gruppo.
Se ti interessa, puoi visitare il sito per qualche informazione di base e poi scrivermi per prenotare una chiamata conoscitiva gratuita della durata di 20/30 minuti mandandomi una mail a elisa@ilgenitoreconsapevole.it
A gennaio ci sarà una nuova edizione del percorso in gruppo sulle crisi dei bambini e la rabbia degli adulti (qui puoi trovare tutte le informazioni). Ecco la testimonianza di una mamma che ha seguito questo percorso online:
“Non pensavo che in 4 incontri, per di più di gruppo, si potesse ottenere quello per cui invece questo percorso ha messo basi solide: consapevolezza dei miei pensieri davanti alle crisi di mia figlia, capacità di scelta della mia reazione, gestione delle alternative e soprattutto molta compassione verso me e lei e le nostre aree di difficoltà. Lo consiglio a tutti!"
Nella newsletter di ottobre ho chiesto di completare la seguente frase: a volte mi chiedo se sia normale che... Ho raccolto quello che avete scritto, ho risposto a quasi tutte le mail e ho in parte condiviso le vostre domande su instagram sperando che vedere che altri genitori hanno pensieri simili possa alleviare un po' il senso di solitudine.
Ora che la newsletter è su substack possiamo fare di più: se qualcosa di quello che che leggi risuona per te e vuoi aggiungere la tua esperienza o mandare un incoraggiamento a chi ha scritto puoi lasciare un commento più in basso. Trattiamoci con cura quando scriviamo.
“A volte mi chiedo se sia normale che mio figlio di 4 anni "incolpi" me per qualsiasi cosa.” Lisa
“È normale che a 3 anni morda e spinga chi sta facendo qualcosa che lui non ritiene giusto?” Mavi
“È normale che a 2 anni reagisca con grandi pianti alla mia scelta di interrompere l'allattamento e che alla fine mi rifiuti?” Elisabetta
“A volte mi chiedo se sia normale che quasi ogni giorno, quando mi ritrovo con i miei figli di 4 e 6 anni dopo la scuola e il lavoro, io non riesca a godermi come vorrei il poco tempo che abbiamo a disposizione per stare insieme. Mio marito rientra dal lavoro tardi la sera, spesso quando i bimbi hanno già finito di cenare, e io vivo quelle ore che precedono il suo arrivo con tanta difficoltà e ansia.” Piera
“Mi chiedo se sia normale sentire che il tempo stia passando troppo velocemente e che questi momenti mi mancheranno tantissimo. Adoro mio figlio 3enne, e ho paura che mi sfugga via e lasci il posto a qualcuno di diverso, che sicuramente amerò altrettanto, ma mi mancherà la sua inventiva semplice e genuina, la sua affettuosità, la sua spontaneità ingenua e allegra. È normale avere una sorta di nostalgia preventiva?” Eugenia
“Ho un bimbo di 5 anni e a volte mi trovo a chiedermi se sia normale questo suo continuo movimento fisico ma non solo, parla tantissimo e se non parla canta! Io sono una persona piuttosto calma e riflessiva e a volte questo suo modo di essere mi succhia via tutte le energie!” Anna
“È normale che a mia figlia di 2 anni e mezzo non basti mai il tempo che le dedichiamo e ne voglia sempre di più senza mai avere voglia di fare una qualsiasi attività senza la nostra presenza? A volte ci chiama per giocare ma vuole solo averci lì vicino mentre in realtà gioca da sola.” Serena
“A volte mi chiedo se sia normale fare così tanta fatica per applicare una genitorialità consapevole e "sana", anche dal punto di vista di alimentazione e intrattenimento. Mi sembra sempre di essere una mosca bianca, quella strana, che mette la frutta per merenda al posto del succo o che porta libri e colori per intrattenere in giro al posto di cartoni e smartphone. O ancora che intrattiene conversazioni e scambi di idee invece che dare ordini senza motivazioni.” Antonella
Se hai voglia, questa volta ti chiedo di scrivermi per raccontarmi quali sono i tuoi desideri o propositi per il 2024 come genitore. C’è qualcosa che vuoi fare con la tua famiglia? C’è qualcosa su cui senti il bisogno di lavorare? Ci sono nuove abitudini che vuoi creare? Vi aspettano nuove sfide o nuove avventure? Raccontamelo, se ti va, rispondendo a questa email.
“Mi chiedo se sia normale sentire che il tempo stia passando troppo velocemente e che questi momenti mi mancheranno tantissimo. [...] È normale avere una sorta di nostalgia preventiva?”
Per me sì, ho passato la stessa cosa e secondo me è non è una cosa totalmente negativa: ti consente di concentrarti sul qui e ora, sul gorderti a pieno alcuni aspetti dell'infanzia sapendo che sono transitori, e proprio per questo preziosi e amabili.
Alcune cose vanno via, ma solo in senso apparente, un po' come quando qualcosa viene ricoperto da una nevicata: rimangono come fondamento delle fasi successive, dandogli una forma specifica, riconoscibile ma differente.
Siamo custodi temporanei di qualcosa a cui dobbiamo insegnare a viaggiare da sola e allontanarsi.
Immagino che amore e dolore siano i due lati inseparabili della stessa medaglia, no?
Grazie come sempre, Elisa. Ho screenshottato un passaggio della newsletter per rileggermelo spesso, mi ha aperto nuovi spunti di riflessione. Ed è tremendamente vero che i bambini imparano con tre cose: l'esempio, l'esempio e... l'esempio 🌈